Questo non è un posto dove aspettare la fine, la fine di un pasto, di un programma in tv, di una passeggiata, di una visita, o della propria vita.
Queste mani così disidratate e straripanti di vene, hanno imparato dove appoggiarsi. Questi visi arsi e rugosi hanno dimenticato l’invidia verso qualcosa che non c’è più. Questi occhi non hanno perso colore e acquistato amore.
E queste gambe che non sanno più come stare dritte trovano il modo di funzionare.
Nessuno qui resta fermo ad aspettare. E io, che ho accarezzato quelle mani, osservato quei visi, guardato in quegli occhi e aiutato quelle gambe così stanche, trovo che queste vite non sono tenute in piedi dal ricordo ma dalla volontà di esserci e provare ancora piacere.
E noi, che ora scaliamo montagne e saltiamo pozzanghere, abbiamo il compito di non dimenticare mai che vivere senza mollare la presa significa riconoscere il…
View original post 43 altre parole