Un ridotto funzionamento dell’olfatto incide negativamente sulla longevità

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Avatar di coopmariareginaNews dalla Cooperativa Maria Regina

olfatto-perdita-morte-odoreUna recente ricerca, pubblicata sulla rivista Annals of Neurology, afferma che le persone anziane con una ridotta abilità nell’identificare gli odori rischiano di vivere meno a lungo.

Gli autori dello studio hanno infatti scoperto che gli anziani, le cui funzionalità olfattive risultano compromesse, presentano un rischio più elevato di morire nel corso dei quattro anni successivi, rispetto ai coetanei.

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“villa cassiopea”casa di riposo per anziani francavilla al mare :SERVIZI E PRESTAZIONI

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Tutte le prestazioni assistenziali, infermieristiche, sanitarie e di socializzazione svolte all’interno del contesto comunitario di villa cassiopea sono volte a mantenere le capacità residue dell’anziano, a prevenire eventuali rischi e ad alleviare lo stato di dipendenza. Ciascuna sceglie autonomamente la tipologia di prestazioni o servizi che intende erogare e se attivare o meno delle prestazioni extra, non comprese nella retta. Sono prestazioni comuni a tutte le case famiglia che rientrano nelle attività di bassa intensità assistenziale previste per queste strutture:

 prestazioni di tipo domestico:aiuto nell’igiene personale, nella vestizione;

 prestazioni di tipo alberghiero: vitto, alloggio, servizi di biancheria e lavanderia;

 assistenza diurna e notturna;

 assistenza infermieristica professionale: interventi infermieristici tecnici, iniezioni e prelievi, medicazioni e altro;  attività di socializzazione e di stimolazione psicosociale;

 servizio di ristorazione (nel rispetto di eventuali diete personalizzate). A discrezione del gestore possono essere garantiti servizi aggiuntivi di trasporto, di accompagnamento a visite specialistiche, di assistenza psicologica.

casa di riposo “villa cassiopea” francavilla al mare:il personale coinvolto

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All’interno della struttura opera personale professionalmente preparato e formato attraverso esperienze lavorative maturate nel settore dell’assistenza o in possesso di specifiche qualifiche .   Come previsto dall’articolo 5 della DGR 564/2000, in Appendice A/2, p.78. 63 “Come previsto dalle stesse Linee Guida del Comune, tutto il personale ha una lunga esperienza nell’assistenza agli anziani, come badante o altro” afferma un gestore. Solitamente viene impiegato un infermiere libero professionista che assicura una presenza giornaliera nella preparazione e somministrazione della terapia e collabora con il medico curante segnalandogli eventuali variazioni sullo stato di salute di ciascun ospite. L’assistenza infermieristica ed eventuali altre prestazioni fornite dalle diverse figure sanitarie di base (fisioterapista, tecnico della riabilitazione), messe a disposizione dalla struttura sono comprese nella retta mensile. Tutti gli ospiti sono sottoposti a visita specialistica geriatrica all’ingresso e periodicamente, mentre l’assistenza medico generica è data ad ognuno dal proprio medico di base che può partecipare alla stesura del piano assistenziale e all’aggiornamento della cartella socio assistenziale. Per molti gestori questo è un aspetto molto importante “per il bene dell’anziano e in virtù del rapporto di fiducia creato negli anni con il proprio medico”. Ma le figure più a diretto contatto con gli anziani, che si occupano materialmente della soddisfazione delle loro necessità, sono le operatrici assistenziali che assicurano una presenza continuativa nelle 24 ore (organizzata su turni). Esse coordinano le attività e collaborano nella gestione della casa. In molte Case Famiglia si tratta di semplici collaboratrici dal cui curriculum professionale si evince un’esperienza pluriennale (la normativa prevede almeno un anno di esperienza) nell’ambito dell’assistenza a persone anziane autosufficienti e valutate anche in base alla capacità e attitudine a sostenere l’anziano. Sono altrettanto numerose le Case di riposo che si affidano a personale con qualifica di OSS o di Assistente di Base. La loro attività è tesa ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni primari di assistenza e di igiene personale, collaborano ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psicofisiche residue, favoriscono l’autonomia del soggetto attraverso l’erogazione dell’aiuto domestico,  la fornitura dei pasti e della biancheria, l’aiuto nella deambulazione e nella somministrazione dei farmaci. Infine, villa cassiopea può avvalersi della disponibilità di volontari occasionali e di una figura qualificata in attività di animazione al fine di favorire la socializzazione e il mantenimento di capacità cognitive e manuali.

case di riposo “comunità alloggio per anziani”caratteristiche dell’ospite

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le case di riposo denominate “comunità alloggio”o”case famiglia”possono ospitare una tipologia di ospite ben precisa,andiamo a vedere quale.

Il livello di autosufficienza degli ospiti, quale condizione fondamentale per accedere in una di queste strutture (riconosciuto dal servizio sanitario), è una delle caratteristiche più attentamente seguite in quanto la tipologia di autosufficienza determina lo sviluppo del lavoro e della proposta dei servizi della struttura che devono essere impostati in funzione delle caratteristiche degli ospiti. I parametri dei servizi  non sono compatibili con la condizione di non autosufficienza perciò, se si dovesse valutare un peggioramento delle condizioni di salute dell’ospite, il gestore è tenuto ad informare i familiari, consigliando di rivolgersi ai Servizi Sociali Territoriali, al fine di procedere con le dimissioni dell’ospite e trovare una soluzione alternativa. Rispetto al tema dell’autosufficienza, molti gestori ritengono che vi sia:”una carenza nelle Linee Guida riguardo alla definizione del concetto di autonomia e autosufficienza”. I rapporti familiari e con il contesto sociale più ampio sono un altro aspetto trattato con i gestori. L’anziano in queste strutture mantiene costanti i rapporti con i propri familiari, che possono andarlo a trovare in ogni momento della giornata (la struttura in alcuni casi suggerisce degli orari in modo da rispettare le esigenze organizzative tipiche di una struttura comunitaria), ma anche con il territorio attraverso uscite o passeggiate nel quartiere in totale autonomia . Rispetto a quest’ultimo punto qualche gestore aggiunge: “la nostra struttura prevede un’autorizzazione da parte dei familiari che si fanno carico di ogni responsabilità nei casi di uscite esterne dell’anziano”.

articolo tratto da tesi di laurea magistrale case famiglia per anziani

casa di riposo pescara/chieti/francavilla al mare/:LA RICHIESTA DEL SERVIZIO E IL SUO UTILIZZO

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La richiesta di accesso in casa di riposo arriva dalle famiglie o dall’anziano in prima persona?

A questa domanda gli intervistati hanno dato una risposta comune: “La decisione di ricorrere ad una casa di riposo è in ogni caso una decisione condivisa con l’anziano, ma la richiesta viene sollecitata il più delle volte dalla famiglia della persona assistita. Raramente è l’anziano a contattare la struttura chiedendo informazioni specifiche sul servizio”. La domanda nasce dalla presenza di un insieme di bisogni sociali e assistenziali a cui le famiglie non ritengono più di essere in grado di rispondere o che non intendono più sostenere. Secondo la percezione di molti gestori, i principali motivi che spingono le famiglia ad utilizzare il loro servizio, sono:

“le famiglie non trovano un supporto nella rete pubblica dei servizi il cui accesso è sempre più selettivo, mancano i posti e le liste di attesa sono troppo lunghe”, “l’anziano ha rifiutato più volte la presenza della badante in casa propria”. “Negli ultimi due anni le famiglie si sono allontanate dall’uso delle badanti che faticavano a gestire e con le quali si hanno spesso esperienze negative, preferendo altre soluzioni”.

In effetti la spesa media mensile sostenuta dalle famiglie che assumono una badante regolarmente è molto elevata. Inoltre, la presenza del riposo giornaliero e settimanale, la concessione di ferie e permessi spingono le famiglie a cercare soluzioni alternative che garantiscano una copertura completa, per tutto l’anno. Per queste ragioni la Casa di riposo si pone come la giusta soluzione intermedia per accogliere anziani che, come emerge da una particolare affermazione: “non possono essere inseriti in struttura, ma non possono nemmeno stare a casa propria a causa del bisogno di assistenza continua”

L’esperienza innovativa del Comune di Parma

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In molte città italiane le Case Famiglia per anziani rappresentano non solo una risposta concreta per il territorio, ma anche il risultato di una realtà sociale in continuo movimento. Una tematica che, a Parma, ha acquistato rilevanza crescente, ponendosi in misura sempre più insistente all’attenzione dei policy markers, a fronte dell’incremento di soggetti privati che decidono di avviare questo genere di attività. Nel giro di quindici anni, si sono costituite ben venti Case Famiglia, un vero e proprio record per il Comune parmigiano, dove il tema di una innovazione profonda del modello di servizi per gli anziani non è del tutto nuovo ma, da anni, impegna le diverse amministrazioni comunali, attraverso l’adozione di scelte politiche indirizzate alla ricerca di soluzioni alternative alla residenzialità classica, tutte scelte guidate da un unico filo conduttore: la volontà di restituire dignità e diritti agli anziani anche quando perdono la loro autosufficienza. Si tratta di un processo che segna una nuova stagione delle politiche assistenziali territoriali, fondato sull’idea che le regole del mercato, una volta adattate ad un prodotto particolare quale è il servizio di cura, consentono un’espansione del sistema di assistenza senza un aggravio eccessivo di costi per l’amministrazione pubblica. Sollevare l’attenzione delle istituzioni sul tema delle Case Famiglia permette un miglioramento della qualità dell’assistenza da parte di chi lavora in questo settore che, nella sua complessità, comprende insieme la dimensione assistenziale e quella relazionale e, allo stesso tempo, consente lo sviluppo di azioni volte a migliorare la qualità di vita di chi riceve le cure. Nella città di Parma la domanda di questo tipo di servizio continua a crescere in seguito all’aumentare della popolazione anziana e alle trasformazioni in atto dei modelli familiari. Comprendere le ragioni e le prospettive della scelta di tante famiglie che si sono rivolte a delle Case Famiglia, assume un significato ed una dimensione assolutamente particolare in un comune come questo, ricco di servizi “tradizionali” e opportunità di sostegno. Se l’obiettivo di questi servizi alternativi è assicurare risposte più personalizzate e più flessibili, più aderenti agli stili di vita e alle aspettative degli anziani, colpisce ancora oggi, l’assenza di un’adeguata riflessione sulle condizioni degli anziani in 46 Casa Famiglia nel panorama politico nazionale e regionale. Al fine di colmare, in parte, questo vuoto normativo, nella convinzione che solo attraverso un investimento di risorse in questa direzione sia possibile perseguire obiettivi di qualità e di vero benessere per gli anziani, il Consiglio Comunale di Parma, nel 2008, ha definito con Delibera n. 84/15 delle Linee guida per la disciplina, la valorizzazione e la qualificazione delle Case Famiglia per anziani e per l’esercizio delle attività di vigilanza e controllo70 che ne regolano il funzionamento e declinano le funzioni amministrative e di vigilanza in capo all’Ente Pubblico Locale.

dove si sono maggiormente sviluppate le case famiglia?

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Quali sono i motivi per i quali le Case Famiglia per anziani si sono sviluppate, paradossalmente, in quelle regioni, come l’Emilia Romagna, che godono di un sistema di welfare efficiente e dove vi è un’offerta estesa di servizi tradizionali?

Il settore dei servizi socio-assistenziali è un settore particolare, dove non è la domanda (di servizi) che crea l’offerta ma succede esattamente il contrario: viene creata l’offerta e a quel punto nasce la domanda. Quindi, se in un determinato territorio si sviluppa la cultura di un servizio, questo viene offerto agli utenti generando , di conseguenza, la crescente domanda di quello stesso servizio. Creare dei servizi sempre più differenziati permette di cucire un vestito su misura per ognuno. Non può esistere solo il centro diurno, l’assistenza domiciliare o la casa protetta. Non può esistere un unico contenitore dove metterci di tutto. I servizi vanno differenziati e non eliminati. Le Case Famiglia, ad esempio, nascono per rispondere ai bisogni di un target molto particolare di persone che, per le loro condizioni, non necessitano di entrare in struttura ma non possono nemmeno restare in casa

villa cassiopea :la carta dei servizi della casa di riposo

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Carta Dei Servizi
E’ un documento elaborato nel rispetto della Legge n. 328 del 2000 che,
all’articolo 13 prevede: “ciascun ente erogatore di servizi adotta una Carta dei
Servizi Sociali ed è tenuto a darne adeguata pubblicità agli utenti”.
Essa illustra i servizi offerti all’utenza ispirandosi ai principi di trasparenza,
uguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza ed
efficacia ed è rivolta a chiunque voglia, a titolo personale, professionale o
istituzionale, conoscere la realtà della Casa Famiglia.
Uno strumento informativo che facilita il controllo della rispondenza dei servizi
effettivamente offerti a quelli promessi58
.
La Carta dei Servizi intende essere il documento in cui vengono descritte e
aggiornate le caratteristiche delle prestazioni erogate e dove vengono esplicitate le
modalità secondo cui si definisce l’impegno di reciprocità nell’assunzione di doveri
precisi tra erogatore del servizio e fruitore.
Attraverso tale strumento il soggetto gestore che eroga il servizio si impegna a
rispettare determinati standard qualitativi e quantitativi delle prestazioni con
l’intento di monitorarne e migliorarne le modalità di fornitura e somministrazione.
Nello specifico, la carta dei servizi contiene:
 la descrizione della struttura;
 le finalità del servizio;
 i criteri e le modalità di accesso al servizio;
 le tipologie di servizi offerti;
 le figure professionali coinvolte;
 i costi.
Essa è redatta tenendo conto dei diritti fondamentali dell’anziano, nonché delle
normative regionali in materia di assistenza, qualità e servizi preposti alla cura ed
assistenza dell’anziano.