casa di riposo villa cassiopea alimentazione

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Servizio dietologico
I menù vengono elaborati da un dietologo sulla base delle abitudini alimentari degli Ospiti e basati sulle esigenze nutritive della Terza Età. I diversi menù garantiscono ampia scelta e sono modulati su cicli settimanali e stagionali.
Nel caso di particolari patologie cliniche viene elaborata per l’Ospite una dieta personalizzata secondo le indicazioni fornite dal medico.

scegliere una casa famiglia o comunità alloggio per anziani ad un massimo di 12 posti e non un RSA

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Oggi viviamo a lungo, e spesso godiamo di un certo numero di buoni anni, più liberi dagli impegni e ancora in buona salute. Purtroppo c’è un rovescio della medaglia: molto più frequentemente che in passato, siamo colpiti da malattie degenerative, in particolare da demenze, che trasformano il vivere, o se vogliamo il lento morire, in un calvario, per noi e per gli altri. La demenza costituisce una delle emergenze sanitarie che i paesi con più alto tenore di vita si trovano ad affrontare, ed è molto probabile che in futuro questo fenomeno assumerà dimensioni ancor più drammatiche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento ulteriore dell’aspettativa di vita dei cittadini. Fra pochi anni, addirittura, la principale causa di morte sarà la demenza. L’incremento mondiale di ultrasessantenni previsto tra il 1990 e il 2030 è del 180%, con un aumento in valore assoluto da 488 milioni a 1,3 miliardi, e riguarda, sebbene in minor misura, anche i paesi in via di sviluppo.
La demenza è, in generale, una malattia lunga e invalidante. Per via di questo decorso, si stenta a considerarla una malattia terminale: tuttavia è noto che, per gradi, il paziente passa dall’autosufficienza alla completa assenza di competenza cognitiva, e poi al deperimento fisico e alla morte. Assistere un malato di demenza è impresa ardua e frustrante, perché spesso il paziente non riconosce i familiari e ha manifestazioni di aggressività. La maggior parte di questi vecchi muore nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA), pensate per gli anziani disabili, dove è ancora raro il personale competente in cure di fine vita, e dove spesso il dolore (anche fisico) è sottovalutato e trascurato (non dimentichiamo la legge n. 38 del 2010, che stabilisce che l’accesso alle cure palliative sia un diritto per tutti). A volte, per poter far accedere un vecchio a un programma palliativo, si va cercando nel suo corpo un tumore che gli dia la possibilità di rientrare nella categoria dei malati oncologici e di avere un posto in hospice.
Credo che non possiamo lasciar andare le cose in questo modo, senza fare pressioni, anche politiche, per migliorare questa inquietante realtà, e senza trovare alternative, per la morte degli anziani, meno deprimenti della reclusione in RSA. Qualcuno di voi ha fatto esperienze che può condividere? E anche chi non ne ha fatte, cosa ne pensa?

La Stampa – Silver Tsunami e Alzheimer. Affrontare l’invecchiamento della popolazione

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Le benzodiazepine e il rischio della malattia di Alzheimer

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Avatar di ilfatterelloIl Fatterello

La malattia di Alzheimer è una demenza degenerativa primaria caratterizzata da un andamento lentamente progressivo.
Prima di parlare di diagnosi sicura si parla di malattia di Alzheimer “probabile”, in quanto la certezza si ha solo dopo il decesso del paziente, in seguito ad una attenta osservazione delle particolari lesioni nella corteccia cerebrale.
Le cause di questa malattia sono tutt’ora ignote, almeno parzialmente; si è a conoscenza, infatti, di alcune componenti genetiche che possono influenzare maggiormente un soggetto, aumentando il rischio di contrarre tale malattia.
Il mese scorso, però, è stato tagliato un nuovo traguardo: la dottoressa Billioti de Gage e la sua equipe sono riusciti a stabilire una connessione tra l’uso prolungato di benzodiazepine e la possibilità di contrarre la demenza.
Lo studio ha evidenziato come un uso continuo di benzodiazepine è associato ad un aumentato rischio di malattia di Alzheimer. Tale osservazione comporta la possibilità di vagliare l’ipotesi secondo…

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Riparare i danni cerebrali con le cellule staminali neurali

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Avatar di ExchangerExchanger

Una nuova ricerca (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25242146) dimostra che le terapie con cellule staminali possono anche agire utilizzando meccanismi alternativi a quelli comprendenti la differenziazione e l’integrazione cellulare. Un team di ricercatori coordinato dall’Università di Cambridge ha messo in evidenza la capacità di un nuovo meccanismo di comunicazione 11_2_6_1intercellulare, dimostrando che le NPCs comunicano con le cellule target trasferendo molecole e sostanze bioattive attraverso piccole strutture membranose chiamate vescicole extracellulari (EVs). Per la prima volta è stata dimostrata la presenza di un meccanismo di signaling mediato da vescicole di membrana su cellule staminali. Le NPCs rilasciano vescicole extracellulari quando esposte a segnali di infiammazione; ed in particolare ad una citochina chiamata interferone gamma (IFN-γ), che viene rilasciato dalle cellule immunitarie. I risultati di questo studio evidenziano che in NPCs si innesca una via di attivazione altamente specifica per IFN-γ, che poi si lega anche ad un recettore ad alta affinità sulla superficie delle vescicole…

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Medicina: ricercatrice italiana scopre il recettore del dolore cronico. Daniela Salvemini

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Avatar di Castrum Group NetCastrum Cropalatum *جميع المعلومات الجيدة

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L’italiana Daniela Salvemini, docente della Saint Louis University, in Missouri, ha scoperto insieme ad un team di esperti del college un modo per bloccare il percorso del dolore neuropatico, compreso quello derivante da alcuni tumori alle ossa e dagli agenti chemioterapici.

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L’agricoltura rigenerativa medicina della terra

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Avatar di ferrariled5 MINUTI PER L'AMBIENTE

I combustibili fossili si stanno esaurendo e le emissioni inquinanti condannano uomini e ambiente; impensabile continuare a sostenere l’attuale domanda di energia, qualsiasi riconversione si adotti. Occorre invece approdare a un paradigma totalmente diverso di filosofia e intenzioni umane, partendo dal rapporto con la terra. E’ la riflessione di Chris Rhodes, direttore del Fresh-lands Environmental Actions, membro della Royal Society of Chemistry e portavoce del movimento delle Transition Town inglesi.agricoltura_rigenerativa

La soluzione? Probabilmente è un insieme di soluzioni individuali e ciò significa adottare un paradigma totalmente diverso di filosofia e intenzioni umane. La domanda più pressante è quella che riguarda la capacità di nutrire la popolazione mondiale e la necessità di risolvere i problemi di città o aree che dipendono completamente dall’esterno per cibo ed elettricità. Allora occorre fare in modo che sussistano sistemi circoscritti all’interno dei quali gli elementi individuali della vita si nutrano a vicenda, in una mutualità…

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