dove si sono maggiormente sviluppate le case famiglia?

Standard

Quali sono i motivi per i quali le Case Famiglia per anziani si sono sviluppate, paradossalmente, in quelle regioni, come l’Emilia Romagna, che godono di un sistema di welfare efficiente e dove vi è un’offerta estesa di servizi tradizionali?

Il settore dei servizi socio-assistenziali è un settore particolare, dove non è la domanda (di servizi) che crea l’offerta ma succede esattamente il contrario: viene creata l’offerta e a quel punto nasce la domanda. Quindi, se in un determinato territorio si sviluppa la cultura di un servizio, questo viene offerto agli utenti generando , di conseguenza, la crescente domanda di quello stesso servizio. Creare dei servizi sempre più differenziati permette di cucire un vestito su misura per ognuno. Non può esistere solo il centro diurno, l’assistenza domiciliare o la casa protetta. Non può esistere un unico contenitore dove metterci di tutto. I servizi vanno differenziati e non eliminati. Le Case Famiglia, ad esempio, nascono per rispondere ai bisogni di un target molto particolare di persone che, per le loro condizioni, non necessitano di entrare in struttura ma non possono nemmeno restare in casa

villa cassiopea :la carta dei servizi della casa di riposo

Standard

Carta Dei Servizi
E’ un documento elaborato nel rispetto della Legge n. 328 del 2000 che,
all’articolo 13 prevede: “ciascun ente erogatore di servizi adotta una Carta dei
Servizi Sociali ed è tenuto a darne adeguata pubblicità agli utenti”.
Essa illustra i servizi offerti all’utenza ispirandosi ai principi di trasparenza,
uguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza ed
efficacia ed è rivolta a chiunque voglia, a titolo personale, professionale o
istituzionale, conoscere la realtà della Casa Famiglia.
Uno strumento informativo che facilita il controllo della rispondenza dei servizi
effettivamente offerti a quelli promessi58
.
La Carta dei Servizi intende essere il documento in cui vengono descritte e
aggiornate le caratteristiche delle prestazioni erogate e dove vengono esplicitate le
modalità secondo cui si definisce l’impegno di reciprocità nell’assunzione di doveri
precisi tra erogatore del servizio e fruitore.
Attraverso tale strumento il soggetto gestore che eroga il servizio si impegna a
rispettare determinati standard qualitativi e quantitativi delle prestazioni con
l’intento di monitorarne e migliorarne le modalità di fornitura e somministrazione.
Nello specifico, la carta dei servizi contiene:
 la descrizione della struttura;
 le finalità del servizio;
 i criteri e le modalità di accesso al servizio;
 le tipologie di servizi offerti;
 le figure professionali coinvolte;
 i costi.
Essa è redatta tenendo conto dei diritti fondamentali dell’anziano, nonché delle
normative regionali in materia di assistenza, qualità e servizi preposti alla cura ed
assistenza dell’anziano.

Vecchi in un Paese per giovani

Standard

Avatar di Anna VisentinPsicologia e Benessere

Siamo andati avanti così rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare per consentire alle nostre anime di raggiungerci.”

Michael EndeAnziani_oggi

View original post 704 altre parole

Gli effetti del benessere psicologico sulla salute degli anziani

Standard

Avatar di Centro Clinico HanamiHANAMI

Porre l’attenzione al ‪#‎benesserepsicologico‬ dell’‪ #‎anziano‬ sembra quanto mai necessario considerando gli effetti positivi che lo stesso esercita sulla salute. Il benessere psicologico, infatti, sembra avere un importante ruolo protettivo in molti disturbi anche durante la ‪#‎terzaetà‬.

Read More!

View original post

strutture a carattere comunitario,casa famiglia e comunità alloggio

Standard

Oggi si assiste ad una crescente attenzione che si concentra attorno alle Case Famiglia per anziani, un’esperienza che, ancora in molti contesti, è quasi del tutto misconosciuta, sia a livello politico, sia nella ricerca empirica. In Italia sono le Case Famiglia per minori ad avere una visibilità e una storia assai più consistente, oltre che ad essere anche più diffuse e consolidate. La scarsa visibilità che ha caratterizzato finora l’operato delle Case Famiglia per anziani è probabilmente in parte riconducibile al carattere innovativo che le contraddistingue e ad una debole legittimazione istituzionale. Nell’attuale contesto sociale le famiglie sono maggiormente protese verso l’utilizzo di queste nuove forme di assistenza per evitare un aumento della solitudine e dell’esclusione sociale del proprio familiare anziano. Ciò ha portato ad una maggiore diffusione di servizi alternativi e ad un aumento di questo genere di richieste anche in Regioni (come l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia) ricche di servizi e di opportunità di sostegno. Questo perché i recenti tagli al fondo sociale e i ridotti trasferimenti finanziari agli Enti Locali hanno segnato la fine di importanti politiche assistenziali, provocando tagli per i servizi sociali e assistenziali territoriali . Sicuramente gli anziani assistiti risiedono prevalentemente nelle Case Famiglia del Nord e in misura minore in quelle del Sud (non si conoscono le cifre). Questa differenza territoriale è spiegabile in parte con la diversa struttura per età e l’eterogenea diffusione del servizio che contraddistingue le diverse aree geografiche nel nostro Paese, in parte dal differente modello culturale del ruolo della famiglia nello svolgimento del lavoro di cura degli anziani (le famiglie del nord acquisiscono più facilmente la consapevolezza della necessità di un intervento esterno) e dalla diversa rilevanza sociale assegnata agli interventi a sostegno dei processi di invecchiamento. Si possono identificare alcuni più frequenti motivi per i quali le famiglie e/o gli stessi anziani decidono di entrare in Casa Famiglia: 1 l’anziano, sulla base delle normative vigenti, non risulta essere destinatario di altre tipologie di servizi (casa protetta, RSA), poiché mancano le condizioni e i requisiti richiesti per l’inserimento in struttura, ad esempio per un alto livello di autosufficienza. Tali requisiti e modalità di accesso variano a seconda del comune di residenza; 2 manca l’effettivo possesso della residenza anagrafica nei comuni nei quali si è avviata la richiesta di inserimento in struttura, mentre nelle Case Famiglia vengono accolti anche anziani che hanno la residenza in altri comuni; 3 non esiste una reale incapacità economica da parte dell’anziano e dei parenti obbligati agli alimenti di provvedere agli oneri delle rette (la condizione economica non rientra nei criteri applicativi dell’ISEE); 4 rifiuto da parte dell’anziano e/o dei familiari di ricorrere a forme di assistenza privata a pagamento (badanti);5 liste di attesa lunghe per l’inserimento in altre tipologie di strutture che variano a seconda del numero di posti letto disponibili. Esiste poi un canale informale (segnalazioni di amici e conoscenti, pubblicità), che si rivela decisivo per orientarsi su questo tipo di servizio. Tali processi hanno sicuramente spianato il terreno per la nascita e lo sviluppo di un numero sempre più alto di Case Famiglia, specie in alcune città.

assistenza anziani a chieti e francavilla al mare

Standard

cassiopea nasce principalmente per l’assistenza agli anziani opera sul territorio di Chieti ,Francavilla al mare, e Pescara ed è  denominata comunità alloggio per anziani.

La Comunità Alloggio è una struttura residenziale destinata ad accogliere, temporaneamente o a tempo prolungato, anziani autosufficienti o non autosufficienti di grado lieve, che per problemi socio-assistenziali non sono in grado di vivere nella propria casa.

La Comunità Alloggio ospita un piccolo gruppo di anziani a cui garantisce assistenza nelle attività quotidiane e offre occasioni di vita comunitaria e  attività di socializzazione e di ricreazione.

L’Assistenza Medica è garantita dal proprio Medico di Medicina Generale.

“Anche il bene ha le sue regole”

Standard

Avatar di fmc17Liberamenteonline

La società negli ultimi anni purtroppo ha “prodotto” sempre più povertà; le persone che si avvicinano alla pensione, e gli stessi già pensionati, all’improvviso non valgono più niente, si ritrovano “parcheggiate” nel vuoto assoluto…questo ha causato loro uno schiacciamento inaspettato verso il basso sociale creando disagio diretto ed indiretto…e per indiretto mi riferisco anche alle loro famiglie.

Nel contempo sono nate lodevoli iniziative sociali private volte ad aiuto diretto verso appunto chi da “normale” si è ritrovato “socialmente disagiato”; sono nati ristoranti che offrono cibo, sono nate persone che invitano a collaborazioni straordinarie temporanee per arrotondare…piccole (grandi) cose, utili giustamente all’uomo a protezione della dignità di vita…però purtroppo inevitabilmente “fuori regola”.
Noi italiani siamo un popolo operativo a prima chiamata…cioè…a necessità ci “spendiamo” subito in favore del più debole; l’unica nostra pecca, però, è che non riusciamo a completare appieno l’azione.
Nel nostro modo di fare, perché facciamo, ci dimentichiamo…

View original post 431 altre parole

Alzheimer: il cervello mangia un aminoacido, forse la causa?

Standard

Avatar di BloggerSE.FA.MO.

‪‎Alzheimer‬: se il ‪‎cervello‬ “mangia” in modo incontrollato un aminoacido chiamato alzheimer-e1413793722405arginina si sviluppa la malattia. Uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience e condotto dalla Duke University School of Medicine (Duhram) mostra come la malattia – nei ratti – sembra dipendere dalla carenza dell’amminoacido arginina‬, che viene ‘divorato’ dal sistema immunitario. Diminuendo questo consumo esagerato si potrebbe forse curare la malattia, sempre che questo accada anche negli uomini,  spiega l’autrice del lavoro, Carol Colton della Duke University School of Medicine. La scoperta è significativa soprattutto dal punto di vista della prevenzione: l’obiettivo, infatti, è prevenire l’insorgenza della malattia “aggiustando” il comportamento anomalo delle cellule immunitarie che genera la diminuzione di arginina. Sempre sugli animali, gli esperti hanno dimostrato che bloccando questo processo anomalo di “digestione” dell’arginina attraverso l’uso di un farmaco sperimentale (DFMO, una molecola oggi in fase di sperimentazione clinica per alcuni tumori), l’accumulo…

View original post 12 altre parole