In una ragnatela del tempo trascorso, sul viso è stata stilata una mappa, un lungo percorso.
Nelle gambe e nelle ossa la stanchezza e lo stento, dei troppi passi avanzati, anche contro vento.
La dolcezza costruita sopra ogni delusione, con resilienza, della malinconia del passato un concentrato, la sua vera, densa essenza.
Occhi consumati dalla vista dei troppi mari blu,
di quel pontile che c’era un tempo, e che ora non c’è più.
Orecchie un po’ sorde per le mille canzoni, che hanno saputo cullare infiniti sogni e i sonni, lieti, di più generazioni.
Mani, rigide e raggrinzite, che hanno curato, le proprie o altrui più grosse ferite.
E un animo appesantito da perdite e pena, e un cuore affaticato per un’esistenza piena.
La pelle secca, i capelli bianchi, l’espressione contratta per i dolori, tanti.
E l’amore che una volta o due ha bussato,
così tanto forte da far sussultare…
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